venerdì 21 dicembre 2012

Compro oro, Come Non Farsi Fregare!


Le quotazioni dell’oro crescono costantemente da 12 anni a questa parte. Complice la crisi economico finanziaria che sta colpendo duramente anche il nostro Paese, sempre più cittadini ricorrono ai “compro-oro“, negozi che convertono il valore dei propri oggetti preziosi in denaro contante.


L’offerta proposta dai compro-oro è d’altronde piuttosto invitante. Portando negli stessi punti vendita i propri oggetti preziosi, magari inutilizzati da tempo, si possono ottenere dei controvalori monetari a cambi spesso anche piuttosto convenienti. Ne è conseguito un boom su tutto il territorio nazionale, con la Lombardia che vanta un tasso di crescita della presenza dei compro-oro che supera il 10% (con transazioni per circa 30 mila unità), o ancora incrementi del 25% negli ultimi due anni in Emilia Romagna.

Secondo l’Adoc, i compro-oro presenti nella penisola sarebbero circa 5 mila unità, con un volume medio d’affari di quasi 350 mila euro. Per l’Eurispes, invece, a inizio anno erano già 28 mila (cinque volte in più di due anni fa) i negozi autorizzati all’acquisto del metallo prezioso, con un volume d’affari complessivo intorno ai 3 miliardi di euro.

Al di là del consueto balletto di cifre, ciò che colpisce di più è la scarsa chiarezza della normativa attuale, che non impone ai compro oro un requisito professionale preciso e puntuale, o una completa tracciabilità dei materiali acquistati e venduti. La legge di riferimento è infatti la 7/2000, secondo cui è l’Ufficio Italiano dei Cambi (oggi sostanzialmente sostituito dalla Banca d’Italia) ad autorizzare o meno lo svolgimento del commercio di oro da parte di banche o altri soggetti.

Successivamente, nel maggio di due anni fa, la Banca d’Italia è intervenuta sull’argomento disciplinando il settore, e consentendo al commercio di oro di poter esser avviato senza comunicazioni di avvio dell’attività, se effettuata nei confronti dell’oro da gioielleria. Pertanto, nessun controllo – o quasi – da parte dell’istituto monetario.

Boom dei Compro Oro in Italia

La conseguenza degli scarsi controlli è rappresentata della potenziale facilità di infiltrazione criminale. A fronte della stragrande maggioranza di compro oro onesti, infatti, vi sono anche alcuni punti che servono a riciclare proventi illeciti senza lasciare pressochè alcuna traccia.

“La truffa ha diversi volti. Ci sono i Compro Oro che nascondono il vero peso dell’oro acquistato attraverso bilance truccate, o mascherano la quantità di oro contenuta nella lega. La quotazione dell’oro si basa sul metallo a 24 carati. Può capitare che oro puro venga fatto passare per metallo a 18 carati, che contiene cioè solo il 75% di metallo prezioso.

E può succedere, inoltre, che il commerciante, l’acquirente, non rispetti l’obbligo della registrazione dei dati del venditore imposto dalla legge del 2000, l’unica prova del passaggio di proprietà dell’oggetto” – sottolinea Giornalettismo in un recente approfondimento – “Ne ha parlato l’Anopo, l’Associazione nazionale degli operatori professionali oro: “Ci si trova davanti ad una filiera di commercio illegale. Nonostante le norme vigenti – ha spiegato il presidente Andrea Zironi intervenendo sul rischio di riciclaggio da parte della mafia – i Compro Oro non rispettano sempre la legge, molti non rilasciano lo scontrino fiscale, non documentando il traffico nè le operazioni”. Fonte i vostrisoldi.it


Carlo Vallotto




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