Visto che oggi gli istituti di credito offrono un tasso di interesse basso o addirittura nullo, il valore del proprio denaro mangiato dall'inflazione reale costringono a rischiare chiunque sia interessato a conservare il valore d'acquisto del proprio denaro.
Tra le scelte più efficaci in questo senso, troviamo quella di comprare argento, un investimento che sta pian piano acquistando popolarità, per lo meno tra gli investitori che prevedono che la politica monetaria in atto determinerà una crescita dell'inflazione.
Normalmente quando viene realizzato un investimento si è alla ricerca di stabilità, rendita e bassa volatilità. I metalli preziosi come l'argento e l'oro rispetto alle altre classi di investimento (ad esclusione dei titoli di Stato) soddisfano in maniera maggiore questi requisiti, e soprattutto sono una copertura piuttosto valida quando l’economia è in fase di contrazione. Ma in quale relazione sono i prezzi di questi due metalli? E perchè è importante valutare questo rapporto?
Dal 1687, il rapporto del prezzo dell’oro e dell’argento è variato da un coefficiente di 14 fino a 100, con una media di 27.
Basandoci sul rapporto medio storico oro/argento di 27 a partire dal 1687, con il prezzo dell’oro attualmente a 1700 dollari, l’argento dovrebbe valere 62 dollari l’oncia, mentre in realtà vale 32. Ma il rapporto storico fra oro e argento prima del 1900 era di 16/1.
Durante la Prima Guerra Mondiale, il rapporto oro/argento recuperò la sua media storica di 16/1. Stessa cosa nel 1980, quando tutto lasciava supporre che gli Stati Uniti stessero entrando in una grave crisi monetaria e la quotazione dell’oro raggiunse brevemente gli 800 dollari l’oncia.
Per molti analisti durante una crisi monetaria gli investimenti in argento sono considerati come protettori del potere d’acquisto, visto che il suo prezzo aumenterà più volte rispetto a quello dell’oro se dovesse recuperare la sua media storica di 16/1.
Secondo lo USGS e il suo Mineral Commodity Summaries (January 2012), le riserve e la produzione di argento per il 2011 sono state rispettivamente 10 volte e 9 volte quelle di oro.
Oltre ai dati sull'abbondanza fisica e sulla produzione, che favoriscono l’argento rispetto all’oro, c’è da considerare che gli inventory, le quantità già raffinate in forme di lingotti conservate nei caveau delle banche, presso i produttori ecc. vengono costantemente consumate perché l’argento è molto usato, anche per scopi industriali (nell’industria elettronica, nei computer, monitor e tv, nel fotovoltaico, come antisettico, nei vestiari, ancora nella fotografia, nei missili atomici, nelle batterie, in impregnati per i legni. Al contrario la maggior parte dell’oro estratto e raffinato, dall'alba dei tempi, viene conservato con cura in qualche camera blindata o simili anche se il suo utilizzo a livello industriale è in costante crescita.
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Carlo Vallotto
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